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Dolce Vita

La Dolce Vita

Loren e De SicaNegli anni Cinquanta l’Italia poteva finalmente dirsi uscita dalla guerra; nella gente era viva la voglia di ricominciare. La radio diffondeva melodie vivaci che facevano sognare. Erano gli anni di Toto`, De Filippo, De Sica, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Walter Chiari e tanti altri, agli albori di un boom economico che sarebbe presto arrivato.
Negli anni Sessanta si diffuse tra il grande pubblico il Rock’n’Roll e con esso i nuovi miti americani del grande schermo: Marlo Brando e James Dean. In Italia, il travolgente successo del Piper club di Roma e lo straordinario successo di Mina e Lucio Battisti.
Su questo sfondo, anche per la pizzeria Negri ci furono cambiamenti: nel 1954, alla morte del Commendatore Negri, il locale fu rilevato da Rosa Negri, nipote di Edoardo e, in anni più recenti, da un altro membro della famiglia, Antonio Musto, che lo ha gestito fino all’inizio degli anni Settanta. I personaggi dello spettacolo cominciarono ad affollare i tavoli della Negri: Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Vittorio de Sica, Toto`, Walter Chiari e Rossano Brazzi, uno degli attori italiani che ebbe maggiore successo ad Hollywood e la cui moglie possedeva, secondo un ricordo di Antonio Musto, uno stuolo di cagnolini che creavano scompiglio nel locale. In quegli anni a Pontecagnano Faiano fu creato il Roxy, dove ebbero occasione di esibirsi i musicisti più in voga come Peppino di Capri e Mina. Antonio Musto ricorda sorridendo che proprio per la folla che si creò davanti alla Pizzeria, dove la Tigre di Cremona si recò a cenare dopo un’esibizione al Roxy, fu necessaria la chiusura dell’intera strada. Anche in Pizzeria per due volte alla settimana, il giovedi` e la domenica, si poteva ascoltare buona musica o danzare sulle note di un’orchestrina sistemata in un angolo della veranda. Foto e autografi delle stelle del cinema e della canzone sono stati per molti anni esposti in un angolo del locale, dove originariamente il Commendatore Negri aveva il suo scrittoio con il famoso campanello di servizio avente l’insolito aspetto di lingua di cane e attorno al quale si vedeva girare con aria indaffarata l’aristocratica Fanny, compagna di tutta una vita di Edoardo.